“… e quindi, guarda, avrei bisogno di qualcosa di NUOVO, ORIGINALE, FRESCO, una BELLA immagine. Magari entro DOMANI, tanto che ci vuole. Aggiungerei anche un breve testo, ma non so bene cosa scrivere, fai tu, inventa uno SLOGAN, scrivi DUE PAROLE. 

Insomma, ci siamo capiti, no? Sei tu il grafico!”.

Ecco lo stralcio di una conversazione tipo con molti dei nostri clienti. 

Ogni volta che ascoltiamo quel “il grafico sei tu”, il nostro ego professionale riceve una dose esagerata di ormoni della crescita. Noi siamo grafici, noi sappiamo cosa fare, noi abbiamo la soluzione. 

Poi, una volta seduti davanti al computer o con una matita in mano, ecco affiorare la netta percezione che questo meccanismo juke box, stile “infilo monetina-ricevo soluzione”, ovvero “il grafico sei tu-inventati qualcosa” non è che funzioni proprio bene.  Anzi, sgonfiato l’ego, si blocca la creatività.

Cos’è allora che accende il motore interiore “produci idea-crea progetto”?

Tu. Io sono il grafico, ma tu sei il cliente, ovvero la mente che sogna un’immagine che parli per lei e trasmetta un suo messaggio. 

Ecco allora subentrare, in questo gioco dei ruoli, un terzo elemento: la comunicazione.

Alla base di ogni nostro progetto grafico esiste una comunicazione efficace con il cliente. E per efficace, intendo un piccolo impegno ed un pò di pazienza da parte del cliente (spesso di corsa, spesso con ritagli di tempo limitati) perché parli di quello che desidera vedere realizzato, seppur opaco, annebbiato, poco chiaro. E, da parte nostra, la capacità di ascoltare e raccogliere ogni piccolo elemento utile a dare corpo ad un progetto il più vicino possibile ai suoi desideri.

Quindi… ogni volta vi rivolgete al vostro grafico di fiducia, ritagliatevi uno spazio, necessario, per spiegare la vostra idea e raccontarvi. Questo renderà più rapida la fase progettuale e farà si che il risultato finale rispecchi in pieno i vostri gusti.